Ansia somatica
Teoria dell’azionemodifica
La teoria dell’azionamento (Zajonc 1965) dice che se un atleta è sia esperto che guidato (dall’ansia somatica e cognitiva) allora l’atleta si esibirà bene.
Ipotesi a U invertitamodifica
L’ipotesi invertita-U (Yerkes e Dodson, 1908), nota anche come legge di Yerkes-Dodson (Yerkes 1908) ipotizza che l’aumento dell’ansia somatica e cognitiva (l’eccitazione), le prestazioni aumenteranno fino a un certo punto. Una volta che l’eccitazione è aumentata oltre questo punto, le prestazioni diminuiranno.
Teoria multidimensionale
La teoria multidimensionale dell’ansia (Martens, 1990) si basa sulla distinzione tra ansia somatica e cognitiva. La teoria prevede che ci sia una relazione negativa e lineare tra ansia somatica e cognitiva, che ci sarà una relazione a U invertita tra ansia somatica e prestazioni, e che l’ansia somatica dovrebbe diminuire una volta che le prestazioni iniziano anche se l’ansia cognitiva può rimanere alta, se la fiducia è bassa.
Teoria delle catastrofimodifica
La Teoria delle catastrofi (Hardy, 1987) suggerisce che lo stress, combinato con l’ansia sia somatica che cognitiva, influenza le prestazioni, che l’ansia somatica influenzerà ogni atleta in modo diverso e che le prestazioni saranno influenzate in modo univoco, il che renderà difficile prevedere un risultato usando regole generali.
Teoria dell’eccitazione ottimalemodifica
La teoria dell’eccitazione ottimale (Hanin, 1997) afferma che ogni atleta si esibirà al meglio se il suo livello di ansia rientra in una “zona di funzionamento ottimale”.