Borsa di studio classica
Biblioteca di Alessandria
Durante l’età ellenistica (di solito calcolato per estendere dalla morte di Alessandro Magno nel 323 ac al 1 ° secolo dc) borsa di studio fiorì da nessuna parte più che nella grande città di Alessandria, la capitale dei Tolomei, i re d’Egitto. All’inizio del iii secolo ac Tolomeo I fondò il famoso Mouseion (Museo) di Alessandria, una comunità di uomini dotti organizzata secondo le linee di un culto religioso e guidata da un sacerdote delle Muse; parte del Museo era una splendida biblioteca che divenne la più celebre del mondo antico. Nella sua istituzione il re si dice che abbia avuto l’assistenza dell’eminente studioso e statista peripatetico Demetrio di Phaleron, che lasciò Atene circa 300 ac; sfortunatamente, le prove sulla parte che ha giocato sono scarse e inaffidabili. La comunità del Museo comprendeva sia poeti che studiosi, così come diversi individui che combinavano queste attività. Dal tempo del poeta-studioso Philetas, o Philitas (c.330-c. 270 ac), il tutore di Tolomeo II, gli studiosi ci sono stati molto interessati con la raccolta e l’interpretazione (glossae) di rare parole poetiche. Philetas’ alunno Zenodotus di Efeso (c. 325-260 a.c.) fu il primo bibliotecario di Alessandria; utilizzando i manoscritti raccolti per la Biblioteca, ma anche fiducioso per il proprio giudizio, a volte in un modo che sembrava più tardi critici pericolosamente soggettivo, ha fatto la prima edizione critica di Omero, marcatura passaggi di dubbia autenticità con segni critici nei margini. Zenodoto ha anche curato Pindaro e Anacreonte e forse altri poeti lirici; all’incirca nello stesso periodo si dice che il poeta epico ed elegiaco Alexander Aetolus abbia corretto il testo dei poeti tragici e il poeta drammatico Lycophron i poeti comici, ma singolarmente si sa poco di queste edizioni.
Poco dopo il grande poeta Callimaco (c. 305–c. 240 a.C.) compilò le Pinakes (“Tavolette”), un vasto catalogo ragionato dei principali autori, con informazioni biografiche e bibliografiche. Callimachus è detto di aver scritto un libro di opporsi al capo Peripatetic critico del tempo, Praxiphanes, ed è ampiamente ritenuto di aver criticato Peripatetic teoria letteraria; ma la scarsa di prove per questo ingiunge grande cautela.
Più tardi il grande geografo e matematico Eratostene (c. 276–c. 194 a. C.), il terzo bibliotecario, pose le basi di una cronografia sistematica; più del suo lavoro sarebbe noto se non fosse stato in gran parte sostituito in uso popolare dal 2 ° secolo cronache di Apollodoro di Atene, che erano una raccolta imparato, ma ha lasciato fuori l’importante parte scientifica e matematica.
Le edizioni di Zenodoto di Omero ed Esiodo furono migliorate dal quarto bibliotecario, Aristofane di Bisanzio (c. 257-180 a. C.), che curò anche i poeti lirici, esponendo i loro versi secondo una teoria metrica sistematica; curò Aristofane, Menandro e forse altri poeti comici; curò Sofocle e almeno una parte di Euripide; e compilato riassunti utili delle trame di giochi con i dettagli delle loro produzioni. Il suo Lexeis (“Letture”) è stata la più importante delle numerose opere lessicografiche prodotte in questo momento, che comprendeva lessici di particolari autori e dialetti; ha anche scritto alcuni dei molti trattati sulla letteratura che sono stati ora che appaiono.
Aristarco di Samotracia (c. 217-145 ac), il sesto bibliotecario, ha scritto non solo monografie sulla poesia, ma anche importanti commenti su Omero, Pindaro, e gran parte della tragedia e della commedia. Aristarco fu uno dei molti uomini dotti che lasciarono Alessandria in conseguenza della disastrosa persecuzione dell’apprendimento da parte di Tolomeo VIII, da cui la posizione di quella città come grande centro di apprendimento non si riprese mai del tutto. (Sembra che la grande biblioteca sia sopravvissuta a un incendio appiccato ad Alessandria nel 47 a. C. da Giulio Cesare, il cui esercito sostenne Cleopatra in una guerra civile; fu infine distrutta nel 272 d. C.nella guerra civile sotto l’imperatore romano Aureliano.)