Quando inchinarsi, quando genuflettersi
Rispettare contro riconoscere
Padre David Jones
Pratiche cattoliche
La genuflessione è il gesto più profondo. Genuflettersi è inginocchiarsi, ma solo su un ginocchio per riconoscere la presenza di Dio. Per genuflettersi si porta il ginocchio destro completamente a terra come segno esteriore di adorazione. Ti adoriamo umilmente, o Dio potente. Ti vediamo, e così genuflettiamo.
Pertanto si sarebbe sempre e solo genuflessi quando si tentava di dire: “Ti adoro o Dio Potente.”Non adoreremmo nessun essere umano o simbolo, solo la cosa reale, solo Dio.
Noi genuflettiamo entrando ed uscendo dalla terra santa dove il Signore è presente. Ci genuflettiamo verso il tabernacolo quando è pieno del Santissimo Sacramento come segno di adorazione della presenza reale del Signore. Se è vuoto continuiamo a camminare.
Il Celebrante si genuflette dopo aver innalzato l’ostia consacrata per le preghiere da vedere e poi di nuovo prima di invitare le preghiere alla comunione. E ‘per dire che Dio e’ gia ‘ qui. È tutta adorazione del prezioso Agnello, Corpo e Sangue di Cristo, l’unico degno di un movimento così profondo e umiliante da parte di un essere minore e umano.
Inchinarsi è diverso. Inchinandosi comunica rispetto, riverenza e gratitudine. Siamo felici di essere al servizio del Signore, quindi ci inchiniamo. Chiniamo il capo proprio alla menzione del nome ineguagliabile “GESÙ”. Ci inchiniamo perché siamo grati di essere in questo luogo, in questo momento di preghiera. Ci inchiniamo perché stiamo ascoltando e parlando a Dio. Ci inchiniamo all’altare, alla croce, a qualsiasi simbolo che ricordi quello che ha fatto per me.
Così ci inchiniamo come segno di rispetto quando riconosciamo i simboli del Signore. Noi genuflettiamo quando riconosciamo il Signore.