ReviewThe post-PE (sindrome di): un nuovo concetto per complicanze croniche embolia polmonare

a Lungo termine di follow-up studi hanno dimostrato che dopo un episodio di embolia polmonare acuta (PE), la metà dei pazienti in relazione limitazioni funzionali e/o al peggioramento della qualità della vita fino a molti anni dopo l’evento acuto. La risoluzione incompleta del trombo si verifica da un quarto a un terzo dei pazienti. Inoltre, la pressione arteriosa polmonare e la funzione ventricolare destra rimangono anormali nonostante un adeguato trattamento anticoagulante nel 10-30% dei pazienti e allo 0,5–4% viene diagnosticata un’ipertensione polmonare tromboembolica cronica (CTEPH) che rappresenta la complicanza a lungo termine più grave dell’EP acuta. Da questi numeri, sembra che la stessa CTEPH sia la manifestazione estrema di un fenomeno molto più comune di cambiamenti permanenti nel flusso arterioso polmonare, nello scambio gassoso polmonare e/o nella funzione cardiaca causati dalla PE acuta e associati a dispnea e diminuzione della capacità di esercizio, che in analogia alla sindrome post-trombotica dopo trombosi venosa profonda potrebbe essere definita sindrome da embolia post-polmonare. Il riconoscimento di questa sindrome sarebbe rilevante per la pratica clinica quotidiana e fornirebbe anche un concetto che aiuta a comprendere ulteriormente la fisiopatologia del CTEPH. In questa revisione clinicamente orientata, discutiamo le associazioni e le ipotesi stabilite tra il processo di risoluzione o persistenza del trombo, i cambiamenti emodinamici duraturi dopo PE acuto e le conseguenze di una diagnosi di PE sulle prestazioni fisiche a lungo termine e sulla qualità della vita.

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