HET: Cassiodoro

Flavio Magno Aurelio Cassiodoro Senatore, c.485-c.585.

Storico tardo romano e funzionario in Italia ostrogota, Cassiodoro fu una figura critica nel trasmettere la conoscenza classica nel Medioevo.

Flavio Magno Aurelio Cassiodoro proveniva da una famiglia senatoriale romana a Scyllacium (Squillace, Calabria), nell’Italia meridionale, poco dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476. Seguendo le orme paterne, Cassiodoro intraprese una carriera nel servizio civile del regno ostrogoto d’Italia, iniziando come questore nel 507 in giovane età (di conseguenza, alcuni stimano che la sua nascita sia precedente, nel 477 o addirittura nel 470). Dopo aver attraversato la burocrazia gotica,Cassiodoro si avvalse della caduta di Boezio nel 523 per diventare magister officium, capo del servizio civile di Teodorico il Grande, re ostrogoto d’Italia. Dopo la morte di Teodorico nel 526, Cassiodoro rimase a capo della burocrazia per sua figlia Amalsontha, reggente per conto del suo giovane figlio re Atalarico. Dopo la deposizione di Amalontha nel 535, Cassiodoro continuò a ricoprire posizioni nella nuova amministrazione. Durante questo periodo politico, Cassiodoro scrisse diverse opere che glorificavano lo stato gotico italiano, tra cui una cronaca dell’Italia fino al 519, una storia dei Goti (ora perduta) e una raccolta di documenti di stato (Variae).

L’avvento delle devastanti guerre bizantino-gotiche in Italia nel 535, e il successivo disordine, spinse Cassiodoro a ritirarsi dalla vita pubblica intorno al 540, e si trasferì nella sua tenuta di famiglia in Calabria, e successivamente a Costantinopoli. Prima di partire, Cassiodoro istituito un monastero a Vivarium (posizione incerta, prob. su tenute di famiglia vicino a Catanzaro, Calabria). Cassiodoro trascorse un decennio tranquillo a Costantinopoli, scrivendo principalmente opere ecclesiastiche (scrisse la sua appendice sull’anima, una storia della Chiesa e commenti sui Salmi e le epistole in questo periodo), prima di tornare in Italia ed entrare nel suo monastero nel 554.

Nella speranza di preservare ciò che rimaneva del pensiero classico nell’Italia in rovina, Cassiodoro rifornì il monastero del Vivarium con la sua biblioteca privata e mise i suoi monaci a tradurre, riassumere e copiare qualsiasi libro potessero trovare da fonti greche e latine. Per superare la diffidenza della Chiesa verso la letteratura classica pagana, nelle sue lettere e opere, in particolare le Institutiones (c.543-55), Cassiodoro promulgò l’utilità di una formazione classica, tuttavia pagana, come preparatorio per il corretto studio della teologia cristiana. Nelle Institutiones e nel suo seguito De artibus (c.560), Cassiodoro delineò un programma di educazione nelle “Sette Arti liberali”, rifacendosi a toCapella, indicando i libri e le fonti classiche esistenti che probabilmente potevano e dovevano essere letti in modo sicuro.

È a Cassiodoro che si deve la lunga associazione tra monasteri e libri. Il suo De orthographia (c.570) era un manuale di scrittura per i suoi monaci. L’esempio di Cassiodoro al Vivarium (almeno la copia del libro) fu ripreso con fervore dal monastero benedettino di Monte Cassino non molto tempo dopo, e alla fine si sarebbe diffuso nei monasteri europei nel 9 ° C.

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